Se ne sono andati ottant’anni da quel 25 aprile 1945 in cui l’incubo nazifascista ebbe fine. Dice Carlo Salvioni, presidente del Comitato antifascista di Bergamo: “La grande svolta geopolitica che stiamo attraversando pone al centro del dibattito il tema della libertà”. A volte abbiamo il vizio di pensare che una certa storia appartenga solo al passato, ma l’avvocato Salvioni avverte: “Una comunità (anche politica) deve preoccuparsi che la libertà sia reale, vale a dire che le condizioni del suo pieno esercizio siano assicurate.
Ad esempio, si potrebbe richiamare la necessità di difendere il cittadino da ogni manipolazione delle coscienze esercitata dai mezzi d’informazione e di comunicazione. Questo sistema mediatico se da un lato ha consentito anche all’uomo della strada di potersi esprimere, dall’altro permette ai poteri forti di veicolare le informazioni a proprio vantaggio spesso in maniera sotterranea”.
Non si nasce, ma si diventa liberi, dice il presidente del Comitato antifascista, e ci si conserva liberi solo vigilando: “La libertà è fortemente congiunta alla giustizia sociale. La libertà non accompagnata e sorretta da un minimo di autonomia economica, dalla emancipazione dal morso dei bisogni essenziali, non esiste”. Una società deve essere libera ma anche compatta e in pace. “Tutti siamo per la pace - dice ancora lo storico socialista bergamasco -, la guerra è una follia e più la tecnologia avanza e più ravvisiamo la possibilità, in caso di conflitto, di una distruzione totale.
Ma non dimentichiamo come si costruisce la pace, certamente non sventolando bandiere arcobaleno davanti ai carri armati. Il tema della deterrenza è infatti fondamentale, evita che qualcuno coltivi l’idea di venire a fare il prepotente in casa mia. La Resistenza senza armi non sarebbe nemmeno iniziata, lo stesso Risorgimento insegna che la lotta per la libertà passa anche attraverso le armi. E’ vero la Repubblica Italiana ripudia la guerra, lo dice l’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale. Ma all’articolo 52 afferma anche che la difesa della Patria è un dovere sacrosanto del cittadino. Non dimentichiamolo”