Di primo acchito la notizia potrebbe sembrare astrusa, quantomeno strana, ma poi si può convenire che abbia in sé una discreta dose di carattere preventivo, specialmente se trattasi di anziani o persone di ceto popolare. A cosa stiamo accennando? Parliamone: Un assessore del comune di Vigevano, Nicola Scardillo, ha pensato di indire incontri anticrimine rivolti agli anziani mediante il loro stesso linguaggio: il «vigion» (vigevanese), avendo constatato che la maggioranza degli «anta» è ancora avvezza più all’uso del dialetto che dell’italiano. Di conseguenza, l’Assessore, scelti otto vigili urbani che il dialetto lo conoscono a menadito, li ha adibiti a incontri con gli anziani per una singolare campagna antitruffa. L’iniziativa ha trovato grande rispondenza, sia per la capacità del linguaggio popolare a rendere più accessibile il «burocratese», che per il diretto affacciamento tra l’Amministrazione e la fascia più debole dei cittadini.
Quello delle truffe agli anziani attraverso le comunicazioni telefoniche, ma anche di malintenzionati che si presentano direttamente alla porta di casa è un crimine in rapida diffusione perché rischiano poco o nulla e se il colpo riesce può rendere parecchio. C’è gente che oltre ai soldi ha perso gli oggetti più cari, testimonianze di vita vissuta che hanno lasciato un triste vuoto; difatti a volte più che un danno economico c’è la perdita di un valore affettivo insostituibile.
Così, i bravi vigli vigevanesi, debitamente istruiti, si presentano nei luoghi dove si radunano gli anziani ed utilizzano anche il dialetto per informali e istruirli su come respingere eventuali truffe riscuotendo riconoscenza e simpatia anche per il pratico approccio nel linguaggio a loro familiare che in molti casi semplifica l’intellegibilità del discorso.