Storia

Editoriale - Gibellini, l’importanza di essere autorevoli

di Redazione Giopì
- 30 luglio 2025
Don Bepo e Andrea Gibellini: due storie di autorevolezza al servizio di Bergamo

una mattina del 1955, Don Bepo Vavassori incontrò il direttore della Banca Provinciale Lombarda, Luigi Ciocca. Serviva un prestito per dare forma al suo sogno, quello di trasformare l’allora area verde della Grumellina, in un quartiere con nuove case, per i suoi ex allievi del Patronato che desideravano mettere su famiglia. Il commendator Ciocca gli rispose che sarebbe stato incauto accendere nuovi mutui, avere altri debiti. Ma Don Bepo non esitò e rispose: “Di chi sono i soldi depositati nel suo istituto? Dei correntisti, della gente che vi affida i suoi risparmi. Anche voi siete debitori nei confronti di tutte queste persone e anzi, proprio sui debiti avete costruito la vostra fortuna”. Don Bepo uscì dalla sede della Banca con in tasca il nuovo mutuo, dando vita a quello che oggi conosciamo come il Villaggio degli Sposi. Ho ripensato a questo episodio, seduta di fronte al dottor Gibellini, già Duca Andrea I di Piazza Pontida, ma soprattutto figura di spicco per i ruoli che ha ricoperto nella nostra città, e non solo, in primis quello di condirettore generale della gloriosa Banca Popolare di Bergamo, negli anni ’80. Anche lui, come Don Bepo, ha messo a disposizione della nostra comunità il suo ruolo in una Banca che oggi rimpiangiamo e le sue capacità manageriali per aiutare una realtà che da oltre cento anni ricorda a tutti noi chi siamo, fa in modo che il nostro dialetto non resti nelle bocche dei vecchi ma continui a ispirare poesie (ricordate “la bottiglia del latte” di Gambirasio, pubblicata da noi qualche settimana fa? Ogni tanto andate a rileggerla e scoprirete che emozione può suscitare il suono di quelle parole bergamasche). Ciocca, Gibellini: l’autorevolezza di queste persone, ha consentito (anche) al Ducato di crescere, perché questi uomini sono credibili per le loro competenze e per l’umanità che esprimono. Andrea Gibellini è l’esempio di chi non ha bisogno di bandiere per fare la differenza, la sua autorevolezza basta a guidare gli altri con saggezza, favorendo un clima di rispetto e collaborazione. Senza mai far mancare il sorriso.

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