La Tremana minacciata. Lasciamo libero il sentiero!
di Paolo De Martino - 30 luglio 2025
Una delle pozze della Tremana nel suo corso.
Avviata una raccolta di firme al Monterosso per garantire l’accesso storico al percorso. L’emozionante itinerario fino al Fontanino con le sue pozze di acqua limpida
Da tempo gli abitanti del Monterosso sono in preallarme, ora sono passati all’azione raccogliendo in poche ore seicento firme per mantenere libero l’accesso alla Tremana e al sentiero che la costeggia per andare al Fontanino e in Maresana. L’accesso è minacciato dalla proprietà di una grossa villa, appena costruita nella zona. La petizione è rivolta alla sindaca: si attende risposta. La Tremana scorre tutta nel Comune di Bergamo, nasce dalla Maresana, proprio sotto la trattoria e la chiesetta degli alpini, ha scavato una valletta che scende fino al Monterosso. Poi continua il suo corso purtroppo sotterraneo che la porta fino all’ex convento dei Celestini e quindi poco più giù della curva Sud dello stadio dove va a gettarsi nella sorella maggiore, la Morla.
La recinzione che impedisce l’accesso al sentiero.
Il torrentello porta sempre un rigagnolo d’acqua e nei giorni di pioggia si gonfia fino a fare male: nel settembre scorso la Tremana si è ingrossata, si è arrabbiata al punto di fino a fare esplodere la conduttura nella quale è stata forzata, fino a spaccare la strada che porta il suo nome e ad allagare cantine e seminterrati della zona, facendo anche danni gravi. Prima che venisse condannata al sottosuolo, per secoli o per millenni è stata il torrentello di un paesaggio arcadico e per molti bergamaschi del secolo scorso era il refrigerio delle gite alla Maresana: ogni tanto ci si fermava sul greto del ruscello e si bagnavano i piedi fino alla caviglia o anche al ginocchio. Ma non mancavano le pozze, e allora ci si poteva immergere completamente; le pozze si trovano soprattutto nella parte alta, dal Monterosso fino al Fontanino, dove si trova la sorgente. Dopo giorni di pioggia le pozze sono ricolme di un’acqua azzurra, cristallina. L’andamento della Tremana è in parte carsico: ci sono dei tratti dove l’acqua scompare per riaffiorare giù, nella parte piana che va al quartiere popolare. Fino al 1960 il torrente scorreva libero tra i prati e le coltivazioni di alberi da frutta.
Nella zona si trovavano alcune cascine, una di queste diede il nome alla zona, era la Cascina Monterosso: di recente è stata “ristrutturata” e al suo posto è sorto un grande edificio bianco, nonostante le proteste degli ambientalisti. La cascina Monterosso si trovava proprio là dove la valletta della Tremana sfocia nel piano dove il lavoro dell’uomo ha creato dei bellissimi prati, in parte coltivati. Intorno al 1960 arrivò il cemento e con il cemento l’asfalto e buona parte dei prati sparì, per fare spazio a grandi palazzi, a strade. La buona Tremana non venne conservata a vista, come ornamento del nuovo quartiere, ma fu intubata come fosse una fognatura. Peccato che gli urbanisti non abbiano conservato il suo corso ridente. Venne coperta tutta anche lungo la via Tremana, per allargare la strada. Chi vuole vedere la Tremana oggi deve andare al quartiere e prendere la via Monterosso: ecco, in quel punto il torrente passa dallo stato libero a quello di prigioniera del sotterraneo, il punto esatto del passaggio è lì, lo si vede facilmente. E da lì si può risalire il ruscello fino alla sua sorgente. Si tratta di un piccolo viaggio, circa un quarto d’ora, massimo venti minuti di salita in una natura che appare selvaggia, lungo un sentiero abbastanza precario, che tuttavia alcuni volontari riescono a mantenere accessibile con un lavoro paziente.
Una fioritura di primule accanto al torrente
Il bosco è ricco di piante e d’ombra, si sale tra castagni e robinie, quando arriva gennaio fioriscono i bianchi ellebori, i bucaneve, a febbraio spuntano le prime, gialle primule e gli anemoni, a marzo le violette e il pendio a tratti è tappezzato da ciuffi di questi fiori. Si arriva al fontanino dopo che il torrente ha fatto un percorso di circa ottocento metri inerpicandosi tra rocce, massi, formando delle buche. Si trovano girini, rane, rospi, salamandre gialle e nere. Il fontanino si apre nella roccia, un luogo che appare selvaggio, ma che in passato doveva venire usato come abbeveratoio degli animali che pascolavano su una Maresana completamente diversa da quella di oggi: la collina che vediamo è boscosa, ma fino ai primi anni Cinquanta era invece in gran parte terrazzata e coltivata e di bosco c’era rimasto ben poco, soprattutto dopo la guerra. Il sogno sarebbe che questa valle della Tremana abitata da scoiattoli, ricci e tassi (purtroppo anche da tanti cinghiali) potesse diventare un’oasi naturale e che il corso della Tremana a valle, al Monterosso, potesse tornare a saltellare sotto il sole, tra i sassi.